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Piera –
Un libro che tocca un argomento di grande spessore: la maternità. Ogni donna porta con sé, nel proprio intimo un desiderio che seppur a volte non riconosce o addirittura rifiuta, è una delle cose intrinseche alla sua stessa natura. Ma, come sottolinea Enzo Vitale, l’autore del testo, non tutti i desideri vanno assecondati. Avere un figlio è un dono, e l’esasperazione in cui si può cadere nella ricerca di realizzare il proprio “sogno”, il volerlo quel bambino a qualsiasi costo, è il frutto di un egoistico desiderio che, come viene spiegato con estrema chiarezza dal Vitale, pone al centro se stessi e non il bambino, così come invece dovrebbe essere. Il grido di Rachele, esplicitato nel titolo del testo, è il grido di tante donne che vivono la grande sofferenza della sterilità. Una sofferenza che sicuramente deve essere compresa e rispettata, ma che bisognerebbe incanalare perché si trasformi in una fecondità che vada al di là della generatività fisica. Ricorrere alla maternità surrogata per esaudire il personale desiderio di avere un figlio è fare di un dono, un oggetto. Un figlio non si compra, né si regala. Ciò che si nasconde dietro la pratica dell’utero in affitto è una delle cose più innaturali che esistano, è una delle menzogne più grandi che chi la sostiene, fa credere a chi nella disperazione, cerca strade alternative per diventare madre. “Ma chi è madre?”. Questo è l’interrogativo che l’autore pone e chiarisce con semplicità e con considerazioni che risultano illuminanti per chi si accosta a questo libro.
Ringrazio p. Enzo Vitale per avermi permesso di andare a fondo sul tema della maternità, per avere arricchito la mia conoscenza su quello che è uno dei legami più naturali, più profondi fra due persone. Direi di più, unico e insostituibile: quello che si crea tra madre e figlio fin dal momento del concepimento. Ci sarebbe tanto e tanto altro da dire, ma lascio a chi si accosterà a queste pagine, di scoprire quanta altra ricchezza contengono.
Aury –
Un mibro molto interessante e da una tematica delicata. Si Consiglia vivamente la lettura.
Teresa –
Partendo dalla narrazione del grido di dolore di Rachele, moglie di Giacobbe, per la propria sterilità riportato nel libro della Genesi (30,1): “dammi dei figli, se no io ne muoio”, l’autore affronta un tema molto interessante, di profonda attualità e al tempo stesso, tanto discusso: “la maternità surrogata”.
Un argomento che vede protagoniste le “donne” e il loro desiderio di maternità. Un desiderio, come definisce l’autore, sacrosanto, ma fino a che punto è giusto assecondare un desiderio? E cosa vuol dire “essere madre?” A queste e ad altre domande l’autore ha cercato di rispondere in modo chiaro nel suo libro.
A voi lettori, la curiosità di leggerlo per scoprirne la bellezza di quanto è stato scritto.
Buona lettura.
Francesco –
Grazie alla lettura di questo libro, da marito nonché padre, ho potuto meglio comprendere che il legame che si instaura tra una madre e un figlio. Direi, qualcosa di unico e insostituibile, che purtroppo, noi uomini non possiamo comprendere fino in fondo. Partendo dal concetto di maternità, l’autore, tratta temi importanti come la “maternità surrogata”, fecondazione assistita ecc… Argomenti delicati, affrontati e spiegati in modo chiaro, tale da permettere al lettore di comprenderne il vero significato.
Consiglio a tutti di leggerlo.