Descrizione
Spesso i bambini sono protagonisti passivi della scelta di migrare in un altro paese, seguono i propri genitori nel progetto di trasferimento all’estero oppure sono lasciati nel paese di origine alle cure di altri adulti per permettere ai genitori di lavorare. Come influisce l’esperienza migratoria sulle loro vite, sulla formazione del loro modus pensandi, sulla loro psiche e sulla loro identità culturale? E come si rilette questa trasformazione sul contesto sociale italiano? Questi interrogativi devono tenere conto di diversi fattori: la cultura di origine, l’istruzione, la lingua, le relazioni sociali e lo stile di vita nel paese ospitante. Da un lato abbiamo i bambini italiani in Cina, figli di espatriati italiani che lavorano nel paese per un periodo più o meno lungo, che svolgono attività in proprio o sono dipendenti inviati dalle società italiane per occuparsi delle filiali aziendali sul territorio cinese. Spesso si tratta quindi dei cosiddetti expat, con un tenore di vita alto, che scelgono la scuola internazionale per i propri figli e si avvalgono di aiuti esterni per accudire i propri figli. Dall’altro abbiamo i bambini di origine cinese che vivono in Italia, nati o cresciuti nel nostro Paese, figli di migranti per lo più economici, giunti in Italia attraverso catene migratorie e dediti maggiormente alle attività commerciali. Spesso frequentano la scuola pubblica italiana, conoscono l’italiano meglio del cinese mandarino, mantengono forti legami con la propria identità culturale, pur sentendosi non totalmente cinesi o italiani.
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