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admin –
Un po’ di giorni fa, ho annunciato la presentazione del libro ” L’ alba del passerotto ” scritto dal nostro collega De Carli. Da poco ho finito di leggerlo e devo dire di averlo apprezzato moltissimo.Massimo ha avuto il merito di aver saputo coniugare accadimenti storici ad accadimenti familiari, che si sono inesorabilmente intrecciati nel periodo bellico.La minuziosa, cronologica, descrizione dei momenti più tragici che i soldati italiani, impegnati sul fronte greco, hanno vissuto, fa il paio con il destino di un uomo, Alceste, il papà di Massimo. Vengono quindi ripercorse tutte le tappe della sua esistenza focalizzando, in alcuni episodi, il suo carattere orgoglioso e la sua tenacia che, successivamente, soprattutto nel periodo di detenzione in un lager tedesco, si riveleranno la sua ancora di salvezza.Il libro , scritto con un tratto di penna leggero e scorrevole , è appetibilissimo. La vicenda di Alceste si conclude con un colpo di scena che ,ovviamente, non svelo per non rovinare la sorpresa di chi non ne ha ancora ultimato la lettura o di chi ,incuriosito, vorrà iniziarla. Mi sono permesso di scrivere questa ” accroccata” recensione ( del resto non faccio lo scrittore) perché mi ha molto emozionato ” l’ impresa ” che Massimo ha compiuto nel riuscire a scrivere questo libro. Diciamo che, ricordando l’orgoglio e la tenacia di Alceste …”buon sangue non mente.”
Dino
Gigi Avanti –
È un libro fantastico… ma non di fantasia, bensì di realtà, di realtà dura, durissima… come lo può essere la realtà disumana della guerra, di ogni guerra… Ciononostante l’ autore, con singolare capacità narrativa e introspettiva riesce, pagina dopo pagina, a far emergere la forza della speranza che sconfigge ogni guerra. Un libro da leggere in ginocchio, direi. (Gigi Avanti)
admin –
Ciao Massimo, scusa il ritardo con cui ti rispondo ma ho voluto ricercare le pagine che mi hanno commosso, anche se non è stato facile perché tutto il libro, per quello che mi è riuscito a trasmettere è stata una fonte di sensazioni e di emozioni. Sicuramente le parti che mi hanno colpito di più sono quelle relative alla figura di tuo padre, da quando era piccolo, a tutto quello che ha vissuto con la guerra, la perdita dei compagni, le condizioni disumane in cui vivano nei lager, ma in particolare il rapporto con la mamma. Forse perché sono una mamma e purtroppo ho vissuto nella mia carne la perdita di mio figlio, mi sono immedesimata in lei, nelle sue aspettative e speranze e nella gioia nel poterlo riabbracciare. Un altro punto molto toccante è stato il contatto con il passerotto, non so perché mi ha richiamato anche questo il ricordo di mio figlio, forse per la sua debolezza, la sua innocenza… e nel contesto della vita di tuo padre è stato il segno di una rinascita. Ti sto riferendo pensieri molto intimi che ho condiviso solo con te, per renderti partecipe di quanto il libro mi abbia coinvolto. Inoltre nel tuo modo particolare di scrivere, sei riuscito a farmi entrare nelle situazioni in modo molto realistico e coinvolgente.Grazie Massimo 😘