Descrizione
Raccontando l’esperienza di uno degli Apostoli noi narriamo la storia di Dio. La Bibbia è un racconto fatto di parole. “Il simbolo fondamentale per raccontare di noi e di Dio è appunto la parola, e per mezzo di essa narriamo a Dio le nostre storie, anche se è lui per primo, a dischiuderci una storia che ci precede, ci eccede, ci supera” (cardinal Gianfranco Ravasi). La finzione letteraria ci permette perciò di ridar vita al personaggio, creare dialoghi e presentarlo nella sua azione missionaria; in queste pagine lo incontriamo mentre prepara, con un suo ultimo discorso-racconto, alcuni neofiti a ricevere il battesimo. L’abbiamo voluto immaginare proprio nell’esercizio del suo ministero apostolico, mentre obbedisce al mandato di Cristo “andate, fate mie discepole tutte le genti e battezzate“. Un po’ quello che hanno fatto tutti i Dodici, a Gerusalemme, in Giudea, Galilea e nelle più sperdute regioni, dopo aver ricevuto forza dallo Spirito Santo che ha chiarito loro ogni cosa. L’abbiamo presentato nella sua realtà umana, di cercatore e di credente, discepolo che aderisce, senza tentennamenti, alla proposta del Messia stimolato sì dalla chiamata di Filippo ma soprattutto per l’incontro personale con Cristo che lo ha conquistato.
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