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Celebrare i 50 anni del Concilio significa coglierne in profondità il “soffio pentecostale” per metterne a frutto il magistero, evitando la facile “monumentalizzazione” di tale evento. A ciò intende contribuire questo volume della collana “Il Concilio Vaticano II” (sez. “Storia”), dedicato alla ricostruzione di quella fase (1959-1963) in cui sotto la guida di Giovanni XXIII…
Celebrare i 50 anni del Concilio significa tentare di cogliere in profondità il “soffio pentecostale” che l’ha animato e metterne a frutto il magistero consegnato nei documenti. Si tratta, infatti, di «testi qualificati e normativi del Magistero che … non hanno perso il loro valore né il loro smalto» (Giovanni Paolo II), di insegnamenti «particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della chiesa e della società» (Benedetto XVI). Una conoscenza non finalizzata quindi alla pura erudizione o alla facile “monumetalizzazione” di quell’evento, ma all’amorevole e docile recezione di quanto lo Spirito Santo ha detto per bocca dei padri. Anche perché nella lunga tradizione dei concili il Vaticano II costituisce una formula “nuova” per la qualifica “pastorale” del suo magistero, attento cioè a tradurre il patrimonio della fede cristiana in un linguaggio dinamico e accessibile all’uomo d’oggi nella «continuità della crescita» (papa Francesco). A tale conoscenza “amorosa” intende contribuire questo primo volume, dedicato alla preparazione e al periodo iniziale del concilio (1959-1963), a quella fase cioè in cui sotto la guida di Giovanni XXIII si chiude un’epoca della storia della chiesa ancora presente negli schemi preparatori e ci si avvia con il loro superamento verso una prospettiva di apertura e dialogo “salvifico” nei confronti dell’umanità e della storia e di libertà e collegialità nella chiesa.
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