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Prefazione di Giuseppe Crea Uno sguardo integrato di spiritualità e psicologia per parlare del tema del perdono e della “possibilità” di perdonare. Un richiamo pastorale sull’affiancamento delle persone ferite e traumatizzate, le quali vanno accompagnate con delicatezza e non portate a vivere il perdono come un ulteriore peso, ovvero, un dovere schiacciante.
Ogni trauma ha sostanzialmente una componente strettamente soggettiva, in quanto fondato principalmente sul significato personale che ognuno dà alla propria ferita, nonché sulla tipologia relazionale affettiva con il soggetto causa del trauma. Il perdono si inscrive all’interno di un processo che implica il risanamento della suddetta ferita. Infatti, punto cruciale è proprio l’impossibilità di raggiungere un perdono pieno e stabile qualora la ferita inferta dal trauma sia ancora irrisolta. È quindi prima necessario risanare e poi perdonare, anche se in alcuni casi le due cose possono coincidere, di certo non può esistere perdono senza guarigione. Ma è sempre possibile perdonare?
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