di mons. Lorenzo Piva
Venerdì XVIII settimana
Madonna della neve Mt 16, 24-28
“…chi vuole salvare la propria vita, la perderà”.
Per la prima volta Matteo parla nel suo Vangelo della follia della croce. Dio sceglie di non stare dalla parte dei potenti, ma dei torturati e uccisi.
Conosce solo un potere, quello dell’amore e della tenerezza. Uno stile inedito per la logica umana. Sceglie di stare con i deboli e quindi rinuncia a ogni forma di potere.
Gesù invita i suoi ad entrare in questa rivoluzione. A Pietro dirà più o meno così: torna a metterti dietro di me, riprendi ad essere soltanto discepolo.
I Dodici seguivano la logica mondana. E Gesù indica loro la nuova via: “se uno vuol venire dietro a me…”, e ne detta condizioni da vertigine.
La prima: rinneghi se stesso. Parole tristi se capite male. Gesù non vuole dei frustrati, ma gente realizzata. Vuol dire: non sei tu il centro del mondo, impara a sconfinare oltre di te.
Seconda condizione: prenda la sua croce e mi segua. Si è interpretato il testo come una esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta.
Gesù non dice «sopporta», ma «prendi» la croce. Non è Dio che manda la prova; è il discepolo che la prende attivamente sostituendo la croce con la parola amore.
Infine: chi perderà la vita la troverà. Ci hanno insegnato a mettere l’accento sul perdere; in realtà l’accento va posto sul trovare perché obiettivo è una vita piena, secondo Dio.