Se il chicco di frumento

Testimoniare la speranza: Se il Chicco di frumento – storia vera di speranza oltre la morte prenatale”

Nell’aprile 2012 mio marito ed io siamo passati attraverso la grande sofferenza dell’aborto spontaneo e ci siamo resi conto dell’esistenza di un silenzio quasi forzato che copre, come una cappa pesante e nebbiosa, tutti coloro che ne sono coinvolti. Eppure, statistiche alla mano, i casi – solo nel nostro Paese – sono migliaia ogni anno; all’alto numero di creaturine perse involontariamente prima nella nascita, dunque, non corrisponde un dibattito altrettanto esteso. Negli anni ho parlato con diverse mamme che avevano vissuto il mio stesso dramma e ho potuto sperimentare direttamente il sollievo nel condividere dolore, incertezze e timori; tutto questo, però, si esauriva in uno scambio privato, tra amiche, in cui le confidenze si mescolavano alle preghiere e al ricordo dei nostri bambini non nati. 

Anni in cui non avevo mai pensato di affidare alle parole questa situazione fino a quando, dentro di me, un’ispirazione mi ha fatto comprendere che un libro avrebbe potuto aiutare le mamme e i papà di questi piccini a sentirsi meno soli e più capiti; la carta stampata, inoltre, avrebbe potuto contribuire ad alimentare quella che definisco la “cultura prenatale” ossia un dialogo aperto, sincero, maturo e consapevole sul lutto prenatale da un punto di vista cristiano. “Se il Chicco di frumento – storia vera di speranza oltre la morte prenatale” non è soltanto il racconto delle mie vicende quando piuttosto una testimonianza per quanti si trovano, si sono trovati o si troveranno a dover affrontare il dolore dell’aborto spontaneo, per far sapere che c’è sempre una speranza anche al di là delle sofferenze più grandi, quale appunto può essere quella della morte di un figlio prima della nascita. Già, perché di questo parliamo, non di un grumo di cellule ma di un essere umano cui guardare con amore, che merita rispetto e dignità perché, essendo creatura di Dio, ha un’anima immortale plasmata a immagine e somiglianza del Creatore.

Quello che più mi stupisce è che, nonostante il libro non sia stato ancora pubblicato (edito da Tau Editrice, lo sarà a maggio 2024), l’interesse di cui sta iniziando a circondarsi è davvero grande, ben più di me e di quanto avrei potuto pensare. Non certo per merito personale ma perché le persone hanno bisogno d’informazioni, di condivisione, di verità, di sapere che altri hanno attraversato lo stesso dolore ma che si può tornare a gioire, che si può ancora credere in un futuro di felicità perché al di sopra e al di là di tutto c’è un Dio infinitamente buono che ci ama e ci aspetta oltre la soglia del dolore, della solitudine e dell’incomprensione. La mia testimonianza insomma, accompagnata e sostenuta dalla Grazia ricevuta per intercessione del Servo di Dio Don Silvio Galli, è una storia di vita reale e concreta che può far capire come la fede non sia qualcosa di astratto, lontano e per pochi ma una forza potentissima che il Signore dona a tutti coloro che sanno aprire il proprio cuore nella certezza che il bene ci aspetta oltre il male, la luce oltre il buio, la vita oltre la morte.

Per me è stato così ma può esserlo per chiunque ed è proprio per tale motivo che ci tengo a dire che sono semplicemente una mamma che desidera parlare ad altre mamme per infondere coraggio e speranza non sulla base di belle parole ma sui fatti che ho vissuto e che continuano a svilupparsi anche adesso, giorno dopo giorno. Parrocchia, chiese, associazioni, bollettini e congregazioni religiose, canali social, Radio Maria e il Santuario del Bambin Gesù ad Arenzano (GE) sono i canali che finora hanno veicolato la diffusione della mia testimonianza e che sempre più dimostrano quanta fame di conoscenza abbiano le persone su questo tema, sul diritto al seppellimento e su tutto ciò che si può fare per i bambini non nati, sia da un punto di vista umano che da una prospettiva più spiccatamente religiosa. 

Nel 2012 sapevo pochissimo riguardo a questa grande e dolorosa prova perché, anche se ne avevo sentito parlare e pure da persone a me vicine, non avrei creduto potesse capitarmi; così, quando l’aborto spontaneo ha bussato alla porta della mia esistenza, ho sperimentato l’enorme mancanza d’informazioni a riguardo e le poche che circolavano mi sembravano sparpagliate, lacunose e talmente nascoste che il reperirle, una ad una, è stato difficile quanto doloroso. Ecco perché “Se il Chicco di frumento – storia vera di speranza oltre la morte prenatale”, primo libro italiano sull’aborto spontaneo scritto da una mamma cattolica, non è solo un racconto di fatti ma una raccolta di notizie utili, spendibili e concentrate in poche pagine: al di là della testimonianza le persone hanno bisogno di una comunicazione chiara e diretta così come di spunti di riflessione e d’azione perché tanto è stato fatto ma tantissimo è ancora da fare.

Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24) sono le parole di Gesù che più e meglio incarnano gli eventi e il come si stanno sviluppando ma che aiutano pure capire perché la mia testimonianza, semplice e immediata, riesce ad arrivare ai cuori di tante persone: perché è da un cuore che parte! Anche se tutto sembra dire il contrario, sono convinta che siamo finalmente pronti ad ascoltare la realtà che gravita attorno all’aborto spontaneo anzi, abbiamo proprio il bisogno di sentircelo dire, di ascoltare e di sintonizzarci su frequenze magari a lungo cercate e troppo spesso messe da parte.

Che grandezza il Cielo! Seppur il mio bimbo/a non sia nato a questo mondo, è proprio attraverso di lui/lei che tante altre creature potranno avere un riscatto ma soprattutto tornare ad occupare il posto che meritano: il centro delle loro famiglie, delle nostre famiglie. 

Fabrizia Perrachon