di mons. Lorenzo Piva
Venerdì XXI settimana
Beati Beltrame-Quattrocchi Mt 25, 1-13
“…il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini”.
Una parabola ambientata di notte che si chiude con esiti duri – “non vi conosco” – piena di non sensi che oscurano la gioia di quella festa di nozze.
Eppure è racconto avvincente: il Regno è simile a dieci vergini che sfidano il buio, armate di un po’ di luce, quasi di niente, per incontrare lo sposo.
Gesù lo ha promesso: tornerà. E loro lo aspettano con fiducia. Non conoscono l’ora, verrà di giorno o di notte, ma non hanno dubbi sulla sua parola.
Ed ecco venire a galla diversi problemi. Tutti i protagonisti della parabola fanno magra figura: sia le ragazze, sia lo sposo in grave ritardo.
Le stolte non hanno pensato all’olio di riserva; le sagge non lo condividono; infine c’è chi chiude la porta contro l’usanza di allora che vedeva tutto il paese partecipare alla festa.
Ecco finalmente lo sposo, ma c’è carenza di olio: “dateci un po’ del vostro olio”. La risposta è dura: “no, che non venga a mancare a noi e a voi. Andate a comprarlo”.
L’olio ha a che fare con la luce e con il fuoco, un’energia che fa vivere accesi e luminosi. Una forza – l’amore – può venire soltanto da se stessi.
Non si può prestare l’amore. L’amore è il motore della vita. Tutto si può prestare fuorché l’amore. O lo produci da te, o sei condannato a spegnerti.