di mons. Lorenzo Piva
Lunedì XVIII settimana
Sant’Alfonso M. de’ Liguori Mt 14, 13-21
“…sentì compassione per loro e guarì i loro malati”.
Gesù è una vera calamita. La gente lo ha ben capito e ne avverte tutto il carisma. Non saranno le ombre della sera a farla tornare sui propri passi.
Non così gli apostoli. Dicono a
Gesù: “congediamo la gente perché vada a comprarsi da mangiare”. C’è del buon senso, ma pure dell’assuefazione a Gesù nel loro suggerimento.
E Gesù li sfida: “date voi stessi da mangiare a loro”. Gesù ripaga i suoi ascoltatori con qualcosa di impossibile: una gustosa cena di pesce gratis, sotto un cielo stellato.
Gesù capisce le necessità quotidiane. La Fede non può vivere dentro le sacristie, né esistere solo per preparare le anime al Cielo: Dio vuole figli felici anche sulla terra.
Il miracolo è raccontato come un moltiplicarsi di mani aperte, un passare pane e pesci di mano in mano: da Gesù ai discepoli e da loro alla folla.
La solidarietà è allargare le mani. Qualunque dono tu abbia con te, non lo trattenere. Imita il seme che si apre, e la nuvola che regala la pioggia.
C’è altro: quel pane condiviso si trasformerà da cibo per il corpo in eucaristia. Dio si fa a pezzi per nutrirci di sé: lo si sperimenta nella santa Messa
Tutti mangiarono e ne rimase per altri e per sempre. Hanno valore anche le briciole, il bicchiere d’acqua dato. Nulla è troppo piccolo di ciò che è donato con tutto il cuore.