di mons. Lorenzo Piva
Martedì XVI settimana Mt 12, 46-50
“…ecco mia madre e i miei fratelli”.
Agli occhi di Dio il valore di una persona non sta nei casati o nelle ascendenze dinastiche, ma nella consanguineità con Gesù. E come si raggiunge?
“Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli”. Per essere uno in Gesù la via maestra è sposare la volontà di Dio. Per questo aveva lasciato Nazaret e si era spostato a Cafarnao.
E chi è stato più disponibile di Maria nel compiere la volontà di Dio? “…sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38).
Sant’Agostino dice che Maria, prima di concepire e generare Dio secondo la carne, accolse la sua Parola nel proprio cuore. Così fa ogni discepolo.
I legami di sangue sono un bene, ma non esclusivo. A volte è pure utile uno strappo. Gesù lo ha patito con Maria e Giuseppe a Nazaret dove vigevano le regole del clan.
E mentre i vincoli di sangue diventano gabbia se non traggono ispirazione dal Vangelo, quelli di Fede come lascia capire Gesù sono eterni.
Come si diventa familiari di Gesù pur non essendo parenti? “facendo la volontà del Padre che è nei cieli”. È il Padre che rende figli e fratelli.