Cara Greta, l’uomo non è un nemico del pianeta

di Antonio e Luisa De Rosa

Recentemente è tornato di moda il tema dell’ecologia. I media hanno messo un po’ da parte la pandemia e hanno raccontato gli eventi e le manifestazioni avvenuti in Italia in favore di una nuova politica ecologica. Abbiamo visto manifestazioni chiassose e colorate e la partecipazione tanti ragazzi che attraversavano le vie di Milano. Abbiamo visto l’incontro tra le paladine della nuova consapevolezza verde, Vanessa e Greta, e le autorità italiane. Le ha ricevute addirittura il premier Draghi. Abbiamo ancora nelle orecchie il discorso del bla bla bla di Greta. Fino qui è cronaca. La mia riflessione vuole andare oltre. Come cristiano cosa penso di tutto questo?

Sicuramente l’ecologia è un argomento che ci interpella molto e anche urgentemente. Il creato è opera di Dio. Il creato ci è stato donato da Dio affinché noi ce ne prendessimo cura. Come ogni altro dono di Dio non va deturpato, ma va custodito, curato e perfezionato. L’opera dell’uomo non deve essere quindi distruttiva ma dobbiamo cercare tutti di cooperare, per quanto ci compete, alla bellezza della creazione di Dio.

Un tema ripreso da Papa Francesco nella sua recente enciclica Laudato sii. Perché allora non possiamo fare fronte comune con Greta e con tutto quello che rappresenta? Perché il movimento Fridays for Future non può rappresentare anche le istanze di un credente cattolico e cristiano?

Sicuramente abbiamo delle idee e degli obiettivi che ci uniscono, ma c’è qualcosa di fondamentale che ci separa. Una domanda fondamentale. Chi è l’uomo? Per l’ecologismo progressista di Greta l’uomo ha due caratteristiche principali: verso di sé è completamente autodeterminato, non è cioè soggetto a nessuna legge se non quella di non fare danno agli altri. Può fare ed essere ciò che vuole e come vuole. Ed è così che si forma un’idea di piena autodeterminazione che porta a precise conseguenze, porta all’accettazione e alla promozione dell’aborto, dell’omosessualismo e del gender. Solo poco tempo fa, Greta stessa si è scagliata contro quei governi che hanno scelto di limitare l’accesso all’aborto. Questa idea si crede sia libertà; verso il pianeta, invece, l’uomo è considerato come una malattia: va limitato e se possibile ridimensionato. Questa è l’idea di fondo di Greta e di tutto il movimento politico e sociale che c’è dietro. Un’idea che nasce quasi un secolo fa e che pian piano si è fatta sempre più strada nel pensiero comune. Siamo troppi!

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Un’idea, letta in modo cristiano, perdente e sbagliata. Capite bene che in tutto questo c’è una incoerenza di fondo. Secondo questa idea, esistono delle leggi naturali e morali che vanno assolutamente rispettate quando sono rivolte al pianeta, mentre non esistono quando si parla di uomo e di relazioni interpersonali, affettive e sessuali. Mi tornano in mente le parole di Benedetto XVI rivolte al parlamento tedesco del 2011.

Vorrei però affrontare con forza un punto che – mi pare – venga trascurato oggi come ieri: esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea sé stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura, e la sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta sé stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana. 

La Chiesa ci insegna non un’ecologia ideologica contro l’uomo, ma un’ecologia integrale che parte dall’uomo e che si irradia a tutto il creato. Papa Francesco nella Laudato sii lo dice chiaramente:

La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22).

Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7).

Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. Avete letto bene? Ciò che ci porta a distruggere il creato non sono dei mali generici ed astratti di alcune persone importanti che governano il mondo.

Ciò che distrugge creato è lo stesso male che distrugge le relazioni umane. Sono le ferite del peccato con cui ognuno di noi deve fare i conti. Egoismo, lussuria, superbia, potere, ricchezza ecc. Tutto dipende da questo. Lo sfruttamento del pianeta come anche lo sfruttamento di una persona per usarla e trarre piacere da lei. La dinamica è la stessa. Usare per fare nostro.

Foto di Scott Webb da Pixabay

La disarmonia ecologica si manifesta in moltissimi modi: non solo nell’inquinamento dei mari, nell’uso eccesivo di plastica e petrolio, nello spreco di acqua ma in tanti altri ambiti. Nella decisione di abortire un figlio non voluto, nel non accettare il proprio corpo e illudersi che in un altro si possa essere più felici. Ogni volta che non sappiamo rivolgere lo sguardo all’altro, che sia una persona o il creato stiamo inquinando il nostro cuore. Alla fine si torna sempre al peccato originale. Essere come Dio per fare a meno di Lui.

Madre Teresa esprimeva benissimo come i mali del mondo fossero originati dalle nostre piccole e grandi scelte personali. Quando la santa di Calcutta ritirò il Nobel per la pace, da quel prestigioso palco disse: Se una madre può uccidere suo figlio, chi impedisce agli uomini di uccidersi tra di loro? Capite il significato? Tutto parte da noi, da come viviamo la nostra vita e dalle nostre scelte personali.

Questa è l’ecologia integrale cristiana. In un’altra occasione sempre Madre Teresa disse: L’amore comincia a casa: prima viene la famiglia, poi il tuo paese o la tua città. In altre parole, è inutile che pensi a salvare il mondo se non impari ad amare e a farti dono nella tua famiglia.

Questa è ecologia integrale: mettere ordine in noi stessi e nelle nostre relazioni per essere capaci poi di mettere ordine al pianeta che Dio ci ha affidato.

Io e Luisa ci sentiamo particolarmente sensibili a questo argomento. I nostri articoli e i nostri libri trattano in modo specifico e peculiare questa ecologia umana. Siamo certi che ce ne sia tanto bisogno in un mondo inquinato sempre più nei mari e nell’aria, ma soprattutto nel cuore dell’uomo.

Personalmente ho fatto con Luisa una scelta ecologica. L’ho fatta non solo utilizzando sacchi gialli o neri per la raccolta differenziata, usando la borraccia per non comprare bottiglie di plastica ecc. L’ho fatta prima di ogni altra cosa nella mia relazione con lei. In modo molto concreto.

Ho realizzato che ho cominciato ad essere felice, non quando ho approfittato dei piaceri che il mondo mi offriva, ma al contrario quando ho saputo dire di no per fare una scelta ecologica.

Quando ho saputo dire di no ai rapporti intimi nel fidanzamento per rispettare la mia amata e l’amore che ci univa. Quando ho rinunciato a tanto di mio per fare spazio a Luisa e ai figli, per aprirmi alla vita fin dai primi mesi di matrimonio e dare così vita concreta al nostro amore. Quando ho rinunciato agli anticoncezionali per rispettare integralmente il corpo della mia sposa e farle capire che non voglio usarla ma voglio amarla.

Queste rinunce, che il mondo non capisce e deride, non mi hanno tuttavia impoverito, ma al contrario mi hanno arricchito. Non siamo solo spiriti, non siamo angeli, noi siamo anche il nostro corpo e solo nel pieno rispetto della sua natura, nel rispetto delle leggi che Dio ha scritto dentro di noi riusciremo a lasciarci amare e ad essere capaci di amare in modo pieno ed autentico. Padre Bardelli diceva spesso che la natura ti rende felice solo se la rispetti.

Quindi, cara Greta, pur vedendo delle giuste istanze nelle tue battaglie, io mi sento chiamato ad una ecologia diversa che parte dall’essere umano e dove l’uomo è custode del creato e non un male da estirpare.