VIAGGIO INTORNO ALLA BIOETICA

tra scienza e cinema
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Frankenstein, o il Prometeo moderno di Mary Shelley, (1818) e Il mondo nuovo di Aldous Huxley (1932) testimoniano che le persone sono affascinate dal misterioso mondo della scienza e della tecnologia e dagli effetti del progresso scientifico e biotecnologico incontrollato. Ogni azione umana si situa non solamente in qualche parte temporalmente, ma anche in un…


Autore:
Anno di pubblicazione: 2019
Numero di pagine: 444
Formato: 17 x 24
Argomenti: Teologia

ISBN: 978-88-6244-768-3
Category:

Descrizione

Frankenstein, o il Prometeo moderno di Mary Shelley, (1818) e Il mondo nuovo di Aldous Huxley (1932) testimoniano che le persone sono affascinate dal misterioso mondo della scienza e della tecnologia e dagli effetti del progresso scientifico e biotecnologico incontrollato. Ogni azione umana si situa non solamente in qualche parte temporalmente, ma anche in un luogo culturale caratterizzato da delle regole e delle tradizioni; sono queste ultime che daranno un senso all’esperienza dell’individuo. Il cinema ci aiuta ad evidenziare lo spazio crescente che oggi assume la tecnologia e può diventare anche uno strumento per portare all’attenzione del grande pubblico le problematiche bioetiche. Le questioni poste da questo libro attorno ai temi del corpo, della vita, della morte, della generazione vogliono essere un invito a ripensare proprio al significato di parole fondanti e fondatrici. Il testo che qui presentiamo  cerca di interpretare le immagini  per comprendere come si pongono di fronte al dolore, alla sofferenza – alla loro espressione e al loro controllo – la nostra società e la moderna biomedicina. Si assiste spesso alla negazione ed al rifiuto di quei valori umani e sociali, in primis il valore della vita come della morte, e che si estrinseca sia nel rifiuto di dare la vita e nella facilità con cui la si distrugge, che nell’accanimento con cui oltre ogni limite si insiste nel volerla mantenere, quando l’eccezionalità dei mezzi adoperati risulta chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. Queste sono le ‘intermittenze del cuore’ che entrano in ogni relazione di aiuto e di cura che voglia tentare un’esplorazione di quel territorio assai frastagliato e anche controverso che è rappresentato dalle grandi interrogazioni della bioetica, ricordando che è proprio nell’aver cura che risiede il tratto fondamentale dell’abitare, cioè l’essere dell’uomo.

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